martedì 2 giugno 2015

1992 - "Manipolazione impura" Cafè Bagarre - Lamezia Terme

Piero Mascaro Art - mostre personali
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1992 - "Manipolazione impura" Cafè Bagarre - Lamezia Terme
Testo di Teresa Macrì



MANIPOLAZIONE IMPURA

L’interesse precipuo cui Piero Mascaro si dedica pare, in superficie, quello formale dal momento che il suo lavoro confluisce sulla ricerca di materiali inusuali ma che tuttavia sono i sostrati delle nostre architetture contemporanee, ossia della nostra quotidianità. Abbandonando le iconografie tradizionali. Mascaro polarizza il suo interesse nell’utilizzo di materiali edilizi che gli consentono di dare corposità materica ai sedimenti informali che animano la sua ricerca immaginativa. Una lontana ascendenza informale sembra dominare l’indirizzo di Mascaro, sia per la forte pregnanza materica che connota le sue tele, sia per l’impianto figurativo che tende a eludersi.
La figura, l’oggetto vengono ridotti a idea e la loro assenza determina, all’interno dell’opera, un turbamento che suscita curiosità e mistero nel fruitore.
Cementi, colle, plastiche, smalti sono i supporti matrici e gli elementi costruttivi dell’opera; pigmenti dai colori terrosi, simili a solchi di terra bruciata, si espandono su vaste dimensioni, le inondano e provocano un grosso impatto visivo.
Lo scompaginare i materiali, connetterli, plasmarli con le mani rende tuttavia evidente l’altro intento di Mascaro, l’istanza logica che lo induce alla realizzazione dell’opera, ossia la necessità di intrecciare più strettamente possibile l’arte al corso della vita.
Ciò viene evidenziato dalla tecnica che esso pratica: la manipolazione diretta con le mani dei supporti matrici è da intendersi come necessità di “calarsi” fisicamente all’interno della tela, di impregnarla della propria energia vitale, di renderla testimone dei propri umori tentando di sintetizzare le conflittualità del vivere.


Roma, 11 febbraio 1992

Teresa Macrì



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